Eh si, in effetti pensavo potesse essere stravagante ricordare la data di nascita di mio padre, piuttosto che quella della sua scomparsa, avvenuta il primo giorno di primavera di 6 anni fa.
Però poi mi son detta che in fondo, io sono molto arrabbiata per il fatto di non averlo più con me e dunque è meno doloroso ricordare il momento in cui gli è stata donata la vita anziché quello in cui è finita.
Il riferimento alla ditta "Borsalino" è dovuto al fatto che per ben cinquant'anni i miei genitori hanno avuto una cappelleria molto ben fornita ad Ostia, in Roma. Un lavoro che hanno svolto con amore, dedizione e professionalità, ma anche molti sacrifici.
Certo però che la vita è beffarda: si pensa che maturando si abbia meno bisogno dei propri genitori ed invece non è così. A me manca sempre più mio padre. Le nostre chiacchierate da insonni, nel cuore della notte. Una sigaretta fumata insieme. E quanto ha amato i miei figli, suoi nipoti capendo e prevedendo sin da piccini i loro caratteri e doti specifiche ma quanto ancora avrebbe potuto farlo ora, sicuramente orgoglioso di loro.
Ed avrebbe scialato nel vedere la raccolta delle olive e la produzione dell'olio, memore delle sue radici sabine, alle porte di Roma.
O ancora nel disquisire di Filosofia con Francesca Romana o di Ingegneria con Marco. O comprendere i silenzi ed i pensieri di Giulio: sono sicura che sarebbe riuscito a dialogare con lui, permeandone la corazza fittizia.
Insomma è un vero peccato che non possa più godere di tutto ciò.
Guardo le stelle nelle notti calde d'estate o in quelle gelide e limpide d'inverno e cerco le Pleiadi, la costellazione che aveva scelto con mia madre e che mi ha insegnato da bimba.
E a me manca il suo abbraccio avvolgente e rassicurante.
Ahimè quanto mi servirebbe in questo frangente e quanto potrebbe darmi conforto.
Mio padre.