lunedì 24 febbraio 2020

Si impone "veder rosa"

Parlare di smarrimento e sconcerto non è difficile in questo momento di grande inquietudine, che vede appunto turbamento e disordine tutt'intorno a noi.

Non so voi ma io mi sento frastornata ed assistiamo a scene di grande nervosismo, dovute proprio a questa paura irrazionale, ma poi non troppo, di un qualcosa di indefinito e subdolo pronto a ghermirci.
In più mi sono capitati vari altri eventi, non sto a puntualizzarli, che hanno incrementato la mia confusione e perplessità. Apprendere inoltre che un bimbo a me caro si ammala, è sempre un qualcosa di esecrabile che mi sconvolge profondamente, mi sbigottisce, mi sento impotente e poi mi indispone.      Ma così è.


Allora ieri sera c'era una stranissima luce che coglievo fuori dalla finestra della mia cucina. 
Sono uscita ed ho visto questo meraviglioso tramonto.



Mi ha dato un pochino di serenità. Appunto il "veder rosa" citato nel titolo. 
La speranza che comunque la vita va avanti e tutto prima o poi si sistema.
Senza fatalismo, senza anarchia, ma con la testa sulle spalle.
Continuerò a prendere il treno per andare a Roma, a frequentare la metropolitana della capitale, usando le minime precauzioni di igiene e il buonsenso.

Intanto la mia gatta Domitilla, che va e viene da casa, l'altra sera è tornata con una ferita sanguinante alla gola e all'orecchio sinistro. Conseguenze di una lotta con i gatti che bazzicano il mio giardino aperto, vuoi per difendere il suo territorio, vuoi per non sottostare a richieste amorose.


E si è rischiato grosso per metterla nel trasportino e raggiungere di notte il pronto soccorso veterinario dell'Università, fuori città. 
Domitilla è una gatta indomita e sa diventare una tigre anche con noi che l'abbiamo accolta randagia.

Il medico ha dovuto usare guanti pesanti, tipo da falcone, per contenerla e trattarla alla meglio con pomate. 

Adesso si fa avvicinare ed anzi cerca il nostro contatto fisico, come ieri sera, che mi impediva di ricamare.

E si vede il pelo arruffato e ancora macchiato di sangue.

Lo scotto da pagare, ma la libertà non ha prezzo. 



Buon inizio di settimana a tutti
                                       Susanna

domenica 9 febbraio 2020

Su una geisha, un riccio smarrito e...

E' un po' che questa antica bambolina giapponese attende di essere presentata a voi. Appartiene ad una collezione di piccole bambole che ho avuto in regalo da una mia zia, quando molti, ma molti anni fa (stavo per nascere) fece il giro del mondo in nave e ne riportò svariate, di tante nazionalità, per la sua futura nipotina che si sarebbe chiamata come lei: Susanna.

Come ho detto si tratta di un oggetto antico, di più di mezzo secolo d'età dunque nulla a che vedere con le Barbie che mi sono state regalate nell'infanzia. La giapponesina è una geisha, ha un kimono di seta ed è rifinita a mano, in ogni più piccolo particolare.


Notate qui il dettaglio dell'accurata acconciatura corvina, con gli spilloni detti "kanzashi" e la carnagione del viso candida, quasi diafana

La bambolina è conservata nella sua teca originale

       
      Indossa l'obi, una cintura o fusciacca con fiocco a cuscino
                

E questo che tiene in mano è lo "shamisen", strumento musicale a tre corde, della famiglia dei liuti, che serviva per accompagnamento durante le rappresentazioni teatrali.


Mentre tento di scrivere questo post, Domitilla, gatta curiosa attratta dal video, vuole assolutamente supervisionare ed approvare il lavoro.





Ma poi torna a fare la cosa che le piace di più: poltrire, possibilmente coprendosi il musetto!







Per rimanere in tema "animaletti", l'altra sera davanti l'uscio di casa c'era un riccio. Probabilmente uscito precocemente dal letargo, indotto dall'aria mite dei giorni scorsi.


Lo abbiamo rifocillato con acqua e croccantini del gatto, messo in una scatola di cartone coperta ma con un pertugio per consentirgli la sortita, infatti dopo qualche ora è ripartito per la sua strada.

E' una bella serata fresca, non freddissima e questo era il cielo azzurro terso, al tramonto, nella piazza principale di Fabriano




Dunque ho preso la mia nuova fiammante pentola di argilla smaltata Wald, regalatami da una cara amica, per il piacere di mangiar sano ed ho preparato una bella minestra di fregola sarda, con ceci e vongole, che sarà certamente di conforto.
Da provare: davvero ottima, anche accompagnata da crostini di pane.

Bene, auguro a voi che passerete a salutarmi, un buon inizio di settimana.
                                     
                                        Susanna