giovedì 28 febbraio 2019

Ti saluto, caro Leonida


Anche Leonida si è addormentato. 
Giorni sfinenti tra l'influenza bastarda che mi ha colto per la seconda volta in un mese e la malattia del gattone che da anni lo ha visto soggetto a terapie più disparate. 
Riprendeva colore e vigore e forza. 
Davvero ha vissuto dodici vite, altro che sette. 
Spacciato e dato per finito, tornava ad essere un guerriero che litigava selvaggiamente con i maschi del circondario fino all'ultimo graffio, morso e ciuffi di peli tra gli artigli, pur di ribadire il possesso del territorio.
E poi era capace di tramutarsi in un morbido caldo peluche, nascondendosi tra cuscini e maglioni, cercando il contatto fisico con noi di casa ed abbandonandosi a rumorosissime fusa a profusione.
Ormai esanime, da giorni a malapena si trascinava e cadeva continuamente, eppure è stato in grado di fare un ultimo inaudito balzo sul divano dove ero stesa, in preda alla febbre e alla tosse, mettendosi accanto a me per ore. 
Ma io sapevo che i gatti vanno a morire lontano da tutti, preferendo la solitudine. 
Eppure...
Con un nodo in gola ti saluto, caro il mio gattone
                                                                               Susanna