Non sono affatto convinta di quello che ci stanno dicendo di fare.
Ma obbedisco.
Le difficoltà oggettive per andare avanti crescono in maniera esponenziale.
Io ho sempre la fortuna di poter uscire e camminare in giardino.
Se ne avessi voglia potrei correre e saltare a corda ma è l'ultimo dei miei desideri, adesso.
Riesco ancora ad avere possibilità economica di fare la spesa, una volta a settimana, ovviamente rispettando le distanze di sicurezza gli uni dagli altri, in file sempre più lunghe, con mascherina e guanti indosso e munita del quarto modulo di autocertificazione
Però sto tornando gradualmente all'adolescenza, precisamente alla fase del pessimismo cosmico leopardiano, come quando ero al ginnasio e non solo perchè Recanati non dista molto da qui.
E' proprio questa situazione di indeterminatezza, con proclami vaghi, piuttosto astratti che mi danno poco conforto.
Si cominciano a percepire tra la gente, in modo palese, il disagio, la stanchezza, la criticità della situazione che stiamo vivendo.
Ho più di un amico medico che mi racconta degli interventi che effettuano su persone che cedono psicologicamente e "sclerano", come si dice oggi; inoltre ribadiscono di non avere tuttora i dispositivi protettivi per loro stessi.
Per non parlare di coloro che accusano mancanza di mezzi economici per fronteggiare le necessità quotidiane basiche: la spesa alimentare, le bollette che comunque si devono pagare.
Alla mia domanda: "Ma non conviene fare i tamponi estesi a tutta la popolazione, piuttosto che tenerci tutti agli arresti domiciliari, con le conseguenze economiche disastrose cui stiamo andando inevitabilmente incontro?" La risposta è: "Non ci sono i reagenti".
E preferisco stendere un velo pietoso sugli aiuti che l'Europa esita a concedere.
Allora dobbiamo ascoltare le istituzioni, gli esperti, i virologi ma continuo a sentire pareri divergenti anche tra e da loro stessi.
Silenzio e speranza.
Non so quanto dureranno ma questo è.
Voglio lasciarvi i miei auguri perchè, nonostante tutto, è Pasqua.
A presto Susanna