domenica 12 aprile 2020

Nonostante tutto, Pasqua


Non sono affatto convinta di quello che ci stanno dicendo di fare. 
Ma obbedisco.
Le difficoltà oggettive per andare avanti crescono in maniera esponenziale.
Io ho sempre la fortuna di poter uscire e camminare in giardino.
Se ne avessi voglia potrei correre e saltare a corda ma è l'ultimo dei miei desideri, adesso.
Riesco ancora ad avere possibilità economica di fare la spesa, una volta a settimana, ovviamente rispettando le distanze di sicurezza gli uni dagli altri, in file sempre più lunghe, con mascherina e guanti indosso e munita del quarto modulo di autocertificazione


Però sto tornando gradualmente all'adolescenza, precisamente alla fase del pessimismo cosmico leopardiano, come quando ero al ginnasio e non solo perchè Recanati non dista molto da qui.
E' proprio questa situazione di indeterminatezza, con proclami vaghi, piuttosto astratti che mi danno poco conforto.
Si cominciano a percepire tra la gente, in modo palese,  il disagio, la stanchezza, la criticità della situazione che stiamo vivendo.
Ho più di un amico medico che mi racconta degli interventi che effettuano su persone che cedono psicologicamente e "sclerano", come si dice oggi; inoltre  ribadiscono di non avere tuttora i dispositivi protettivi per loro stessi.
Per non parlare di coloro che accusano mancanza di mezzi economici per fronteggiare le necessità quotidiane basiche: la spesa alimentare, le bollette che comunque si devono pagare.
Alla mia domanda: "Ma non conviene fare i tamponi estesi a tutta la popolazione, piuttosto che tenerci tutti agli arresti domiciliari, con le conseguenze economiche disastrose cui stiamo andando inevitabilmente incontro?" La risposta è: "Non ci sono i reagenti".

E preferisco stendere un velo pietoso sugli aiuti che l'Europa esita a concedere.
Allora dobbiamo ascoltare le istituzioni, gli esperti, i virologi ma continuo a sentire pareri divergenti anche tra e da loro stessi.

Silenzio e speranza.
Non so quanto dureranno ma questo è.


Voglio lasciarvi i miei auguri perchè, nonostante tutto, è Pasqua.
                                                                                      A presto   Susanna

mercoledì 1 aprile 2020

Tutto cambia.


Non volevo che finisse questo orribile ed infausto marzo, senza aver scritto qualcosa. 
Già ma poi... cosa dire? I pensieri si affastellano, in modo caotico e confuso, troppo tempo per pensare e faccio di tutto per tenermi impegnata e stancarmi fisicamente.

In questo mese ho, abbiamo tutti assistito al disastro. Non sembrava possibile, anzi era un qualcosa che accadeva molto lontano. Povera gente: che tragedia in Cina.
Ed ora il film dell'orrore è diventato realtà, da noi.

Ma adesso che son qui, mi rendo conto che non ho tanta voglia di tradurre in parole l'ansia, l'angoscia, la paura e lo smarrimento che provo.
Le giornate sono lentissime e contemporaneamente rapide, scandite dai bollettini di guerra della Protezione Civile. 
Mi sembra di alzarmi la mattina e di tornare subito a dormire. 
Invece all'alba già guardo l'orologio mentre la notte tiro tardissimo, leggendo poco, sennò mi fermo e penso, magari ricamo e guardo la tv. 
Uno speciale dietro l'altro sul Coronavirus, dibattiti, virologi che sostengono tutto e il contrario di tutto. Sono cinque settimane che preannunciano "Il picco verrà tra otto giorni" ma non arriva mai e la gente continua a morire. Il massimo poi è stato sentire che, dopo l'affermazione "E' poco più di un'influenza"  si è passati a disquisire sull'equivoco "Morti PER Coronavirus, no morti CON Coronavirus, ma tanto... si tratta di pazienti anziani, con patologie pregresse" 
MA SI PUO'?!? E' semplicemente vergognoso e riprovevole, quasi fosse tacito accettare che un vecchio muoia in questo modo agghiacciante, senza il conforto di una mano stretta da un proprio famigliare, per non parlare dell'estremo pietoso congedo in un funerale pubblico, negato anche questo.

Si assiste impotenti a scelte politiche e prese di posizione che lasciano quantomeno perplessi. Ci sarà il momento per fare considerazioni e giudicare. Qualcuno dovrà pur spiegare perché il problema, anche del governo, erano le presenze al festival di San Remo, quando già c'erano serie avvisaglie di epidemia, o perché tuttora manchino i più elementari presidi e dispositivi, atti a tutelare la vita stessa di medici e infermieri che si stanno davvero prodigando con generosità e abnegazione.

In questo orrido marzo ho visto la primavera manifestarsi in tutto il suo splendore. 
Fiorellini teneri, violette e margheritine nel prato, gemme sugli alberi e gli uccellini garruli e festosi. 
In poche ore è tornato l'inverno. Già siamo piuttosto frastornati, ci si mette anche il clima.

Sveglia prestissimo, con la testa che va a mille e il cuore in gola ed ecco che ho visto dalla finestra.






La stradina di accesso a casa nostra era completamente piena di neve. 
Nessuno saliva. Nessuno scendeva. Conseguenza della quarantena che ora viene ovviamente prorogata. 
Mia madre a Roma, non mi vede più dai primi di marzo e pensa che sia cattiva a non andarla a trovare. Lo stesso dice dei miei fratelli, che si limitano a portare viveri a lei e alla signora che l'accudisce, salutandole da lontano. 
Fortuna che c'è la tecnologia e ci si scambiano videotelefonate, per una vicinanza virtuale e fugace. Infatti poco dopo averle spiegato la gravità della situazione, mia madre torna ad essere incredula e diffidente e chiede se anche nelle Marche siamo obbligati a restare in casa. 


Anche Domitilla capisce poco di quanto succede. 
La pioggia leggera di questi  ultimi due giorni ha sciolto la neve, ma non ha portato via questo vero e proprio incubo.
Il mantra è "Andrà tutto bene".
Io però ho necessità di silenzio, poca voglia di vedere gente sui balconi che canta "Azzurro". 
Per carità, rispetto chi sente questo bisogno liberatorio di condividere la propria ansia e la speranza di uscirne.  Lo so, sono controcorrente ma credo che chi abbia subito una grave perdita, un lutto, non provi tanta smania di cantare e di gioire. Dunque intimamente prego e spero che tutto finisca quanto prima e in questa tragedia mi incoraggia vedere che c'è anche chi riesce ad organizzare e realizzare un ospedale in dieci giorni, perfettamente efficiente. 
Questo mi dà fiducia: ne usciremo, cambiati dentro indubbiamente e forse anche migliori. 
Ma pure stanotte ho fatto tardi, siamo scivolati insieme e lievemente nel mese di Aprile. 
Allora buonanotte. O buongiorno
                                          Susanna