Un attimo di tregua, per favore.
Mi sembrava fuori luogo mettere le foto di un enorme pupazzo di neve fatto dai nostri ragazzi, seppur belli cresciuti, sulla scia dell'entusiasmo che la neve trasmette ai giovani.
Con tutto quello che sta succedendo in questi giorni, in queste ore, nella mia regione ma nel Centro Italia, davvero pare impossibile pensare ad un pupazzo di neve.
Però le recenti buone nuove ci danno la sensazione di un armistizio.
In tanto disastro e disperazione, nell'accanimento della Natura sui già derelitti, con neve in quantità e di nuovo terremoto implacabile, una slavina e la ridda di accuse per incomprensioni e ritardi nei soccorsi, ecco sentir parlare di sopravvissuti.
Barlume di speranza. Voglio aggrapparmi a questa.
Rammentando che sono fortunata ad avere un tetto sulla testa, camino acceso e termosifoni caldi, elettricità per un bagno bollente o per ricaricare il cellulare, ecco che si accetta obtorto collo anche di subire le tremende scosse telluriche, seppur essere in balia dell'incontrollabile dà sempre quella precarietà, quel senso di incertezza ed instabilità, per cui anche andare in bagno a lavarsi denti o viso porta a farlo velocemente, come per non essere colti di sorpresa.
Che poi, a ben guardare, anche questo pupazzo di neve appare mesto, consapevole che si scioglierà, ha perso in un attimo il sorriso fatto da noci e nel pomeriggio si è piegato alla temperatura meno gelida.
Ma che tristezza tutto quello che accade di grave e spesso per superficialità.
Ho iniziato questo delizioso pettirosso di The Little Stitcher che mi ha consentito di congedarmi dal Natale e di esaltare la bellezza del Generale Inverno. Voglio regalarlo ad un'amica.
Si procede dunque aspettando, con ansia e speranza, notizie di altri superstiti sopravvissuti alla slavina in Abbruzzo.
A presto
Susanna