Ogni volta che mi reco nella mia abitazione natìa a Roma, mi piace respirare profondamente "aria di casa" ed è inevitabile per me ritrovare oggetti che hanno segnato la mia infanzia, poi adolescenza e gioventù.
Non c'è rimpianto o mestizia in questo, solo la considerazione del tempo che è volato, a volte penso davvero troppo in fretta.
E mi sorprendo a rispolverare i dischi 33 giri in vinile, con le loro copertine consunte, prese in mano frequentemente ed assai vissute.
Ma un'altra cosa che mi piace particolarmente è riaprire le ante della seriosa libreria in noce massello e subito viene fuori quell'odore, o meglio il profumo tutto particolare dei libri antichi.
Questa cosa del rispetto di un libro qualunque esso sia, nel prenderlo in mano, sfogliarlo, leggerlo... ce l'ha trasfusa nostro padre e a mia volta l'ho comunicata ai miei figlioli.
E' sempre emozionante dare uno sguardo alle pagine dei pesanti tomi dell' Enciclopedia Rizzoli Larousse, rilegati in pelle color oro, nero e verde e che ero abituata a consultare con diligente considerazione. Quella volta infatti non avevamo a disposizione un notebook personale con Wikipedia a portata di tasto (peraltro poi, neanche sempre troppo attendibile) e dunque era l'unica fonte seria di informazioni, spesso anche troppo complicate ed articolate per una bambina che avrebbe tanto desiderato i famosi
"Quindici" come tutti i suoi compagni di elementari e che invece mio padre riteneva un'enciclopedia infantile superficiale e giustamente poco esaustiva.
Con un pizzico di dolce nostalgia ho ritrovato allineati, su uno degli scaffali, i classici russi consigliatimi dalla mia cara zia Marina, professoressa di Lettere e letti avidamente tutti in un'estate sulla spiaggia, da adolescente davvero sui generis, bisbetica e scontrosetta , poco incline ai tuffi ma dedita alle letture sotto il sole cocente.
Gli originali sono rimasti nella famosa libreria di Roma, perchè mio padre non voleva che fosse spogliata man mano che ogni figlio partiva per la sua strada.
Così li ho riacquistati tutti e li posseggo comunque.

Poi ho notato tra i vari libri la copertina di questa edizione di "Via col Vento", del 1958: ancora qualche anno e sarei nata (cielo: mezzo secolo suona proprio male). Ho voluto mostrarvela perchè particolare ed ingenua; anche un romanzo come questo mi ha fatto compagnia ai suoi tempi, davvero leggevo qualunque cosa mi passasse tra le mani.
Ancora qualche dettaglio della vecchia copertina del libro, ecco una scena della battaglia dei nordisti.
Qui accanto, all'interno c'è la figura della nutrice di colore Mammy (o Mami) pacioccona ma anche molto direttiva ed in grado di tener testa alla ribelle Rossella.
Ricordo che da bambina mi sembrava piuttosto curioso e grottesco ascoltarla nel doppiaggio italiano del celeberrimo film di Fleming, con la tipica parlata sgrammaticata e dai verbi all'infinito, che all'epoca si attribuiva molto carinamente alle persone di colore.
Basta con i ricordi, è proprio ora di andare a nanna; anzi, citando Miss O'Hara "Dopotutto, domani è un altro giorno"
Sogni d'oro
Susanna