domenica 21 giugno 2020

Eppure c'è stata

Questa è la notte del solstizio d'estate. 
L'aria è mite, le stelle brillano vivide e le lucciole pulsano ritmicamente tutt'intorno casa.
Eppure...c'è stata, la primavera. Zitta zitta, chiotta chiotta ha lavorato sodo, alacremente e con ottimi risultati.
Presa dal turbinio degli eventi, dai divieti, dai bollettini di guerra, quasi mi stavo dimenticando della magia della primavera, con i suoi colori, profumi e la vita che sboccia e si rinnova, magari ignorando del tutto i vari decreti Cura Italia, poi Rilancio e... blà blà blà.







Insomma una vera e propria esplosione di fiori, in particolare di rose. 
E tutto è tornato prepotentemente alla nuova vita. 
Come questo piccolo nido nell'intercapedine della finestra. Giorno dopo giorno ho assistito discretamente alla deposizione di un ovetto, due, tre...fino a sei.





La mamma si è presa cura delle piccole uova e una volta schiuse, ha nutrito i pulcini facendo instancabilmente  avanti e indietro.





E ad uno ad uno sono volati via, ormai pronti per affrontare il mondo.
Cos'altro ho fatto in questa infinita quarantena primaverile? Ho continuato a cucinare, a sperimentare cose nuove ma anche a preparare le tradizionali conserve del periodo: i carciofini sott'olio. 
Quest'anno fatti tutti da sola, impossibile vedermi con la mia amica.




E poi abbiamo messo mano all'orto, piantando ogni sorta di zucchina, pomodori, biete, lattughine, radicchio, carote, cetrioli, fagiolini e peperoncini vari. Devo dire che ogni cosa è stata di gradimento ad uno stuolo di lumache voracissime e terribilmente fameliche. 
Allora abbiamo risposto con trappole alla birra, di cui abbiamo scoperto sono decisamente ghiotte.
Peggio per loro.
Temo solo un'invasione biblica di cavallette.

Qui Domitilla si riposa sul trattorino, dopo aver supervisionato i lavori agresti.



Dunque si va avanti, tentando con grande fatica di recuperare quella normalità di una volta che ahimè non vedo così possibile.
Ma una cosa l'ho potuta fare: riabbracciare mia madre a Roma, dopo tre mesi di rispettivi arresti domiciliari.
Ed è stato bellissimo.


La bandiera comunque è rimasta. Non c'è più la neve presente nella prima foto, ma resiste, come me. Ed è bello vederla sventolare ed accogliere questa estate.
A tutti voi un saluto
                            Susanna