Non ci sono parole adatte per esprime la disperazione, lo smarrimento, la stanchezza, la frustrazione e l'abbandono di chi ha vissuto e vive una tragedia simile.
Ci sentiamo tutti feriti ed annichiliti. Perdere tutto in pochi secondi. Perdere chi si ama. Perdere la propria casa, frutto del lavoro di una vita. Perdere ogni caro ricordo.
No, davvero ogni cosa che scrivo diventa banale ed insulsa dinanzi a tanto dolore.
24 agosto 2016 - immagine tratta da web |
Ho provato la terribile esperienza del terremoto qui nelle Marche nel 1997. Non avevo la più pallida idea di che cosa fosse: a Roma non si era mai avvertito.
Ed allora scopri di essere improvvisamente in balia di un mostro crudele, inesorabile e spietato che fa di te quello che vuole. Che soprattutto incenerisce la razionalità e si ha paura di ogni piccolo dettaglio: un tintinnio dei cristalli nella vetrinetta in sala, un brontolio delle ante dell'armadio in camera da letto, un cupo rombo, torvo e fosco che viene da sotto terra ed ecco che subito le gambe diventano molli, manca l'equilibrio, ronzio alle orecchie, cuore in gola e voglia di fuggire.
Svegliarsi in piena notte e correre via così come stai, svestito, terrorizzato ed infreddolito anche se è piena estate. Il primo pensiero va a chi ami, a chi vive con te in quel momento in casa.
Di notte poi, è ancora più spaventoso ed amplificato.
Dopo 19 anni è tornato. Implacabile e sempre di notte. E la paura che quella volta avevo attribuito all'essere incinta al 9° mese del mio terzo figlio, è invece riapparsa prepotente ed irrefrenabile, perché in realtà non è mai andata via ma è rimasta dentro, solo apparentemente sopita.
Ma stavolta noi siamo privilegiati. In molti invece hanno pagato un prezzo altissimo.
Come voi ho visto in tv ed ascoltato storie commoventi, quasi surreali ed a volte anche beffarde (chi scampato al terremoto de L'Aquila ha perso la bimba adesso, dove pensava di essere al sicuro dal mostro) e tante, davvero tante storie toccanti, drammatiche.
Sono basita. Vorrei avere delle braccia infinite per stringere tutti quelli che stanno patendo in questo momento. La speranza è che alla generosità ed alla partecipazione efficace ed emotiva di molti, segua una concreta, operosa e solerte ricostruzione, diversa da quella cui invece siamo soliti assistere.
Susanna