domenica 28 agosto 2016

Il terremoto rimane dentro.

Non ci sono parole adatte per esprime la disperazione, lo smarrimento, la stanchezza, la frustrazione e l'abbandono di chi ha vissuto e vive una tragedia simile.
Ci sentiamo tutti feriti ed annichiliti. Perdere tutto in pochi secondi. Perdere chi si ama. Perdere la propria casa, frutto del lavoro di una vita. Perdere ogni caro ricordo. 
No, davvero ogni cosa che scrivo diventa banale ed insulsa dinanzi a tanto dolore.

24 agosto 2016  -  immagine tratta da web

Ho provato la terribile esperienza del terremoto qui nelle Marche nel 1997. Non avevo la più pallida idea di che cosa fosse: a Roma non si era mai avvertito.

Ed allora scopri di essere improvvisamente in balia di un mostro crudele, inesorabile e spietato che fa di te quello che vuole. Che soprattutto incenerisce la razionalità e si ha paura di ogni piccolo dettaglio: un tintinnio dei cristalli nella vetrinetta in sala, un brontolio delle ante dell'armadio in camera da letto, un cupo rombo, torvo e fosco che viene da sotto terra ed ecco che subito le gambe diventano molli, manca l'equilibrio, ronzio alle orecchie, cuore in gola e voglia di fuggire. 
Svegliarsi in piena notte e correre via così come stai, svestito, terrorizzato ed infreddolito anche se è piena estate. Il primo pensiero va a chi ami, a chi vive con te in quel momento in casa. 
Di notte poi, è ancora più spaventoso ed amplificato.

Dopo 19 anni è tornato. Implacabile e sempre di notte. E la paura che quella volta avevo attribuito all'essere incinta al 9° mese del mio terzo figlio, è invece riapparsa prepotente ed irrefrenabile, perché in realtà non è mai andata via ma è rimasta dentro, solo apparentemente sopita.
Ma stavolta noi siamo privilegiati. In molti invece hanno pagato un prezzo altissimo.

Come voi ho visto in tv ed ascoltato storie commoventi, quasi surreali ed a volte anche beffarde (chi scampato al terremoto de L'Aquila ha perso la bimba adesso, dove pensava di essere al sicuro dal mostro) e tante, davvero tante storie toccanti, drammatiche.

Sono basita. Vorrei avere delle braccia infinite per stringere tutti quelli che stanno patendo in questo momento. La speranza è che alla generosità ed alla partecipazione efficace ed emotiva di molti, segua una concreta, operosa e solerte ricostruzione, diversa da quella cui invece siamo soliti assistere.
                                                                                Susanna


13 commenti:

  1. Caro Susanna! Siamo tutti addolorati insieme con l'Italia! E 'una terribile tragedia! Molto dispiaciuto per il lutto! Come impotente uomo prtiv forze della natura!
    Il Signore tutti voi!

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  2. Io sono rimasta come te, basita, non ho parole. Buona domenica cara

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  3. Non ci sono parole per esprimere la profonda tristezza che sta attanagliano tutti noi in questi frangenti. Ero in pensiero per te.
    Un abbraccio, Barbara

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  4. Carissima........ogni parola è inutile, ogni tentativo di console vano......me ne rendo conto. Solo ti giunga il mio abbraccio

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  5. Carissima Susanna
    sono queste le vere tragedie che mutano il corso di una vita, distruggendola in modo irreparabile ... chi perde tutto, magari anche la vita, chi parte della famiglia e si trova solamente con un pugno di polvere in mano con cui ricominciare da capo ... sto rabbrividendo mentre ti scrivo queste parole ... per il nostro Paese eventi del genere non rappresentano una novità, ma credo non si sia mai pronti ad affrontare tali sciagure ... che il Cielo aiuti i poveri sopravvissuti !

    Grazie per aver dedicato un post a questo evento drammatico che ancora rattrista l'animo di ognuno di noi,
    ti abbraccio con tutto il cuore

    Xx Dany

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  6. Troppo dolore, un'infinita tristezza.Mariuccia

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  7. E' vero, il terremoto ti rimane dentro.
    Avevo otto anni solamente la sera del 6 maggio del 1976, ma ti potrei descrivere per filo e per segno tutto quello che abbiamo fatto quella sera e la notte; il boato spaventoso, il non rieuscire a stare in piedi tanto si era sballottati, le urla, i rumori di vetri infranti, la fuga precipitosa, lo stupore perchè non sapevo che cosa fosse il terremoto, tutto il vicinato riversato in piazza, i bimbi che piangono, i brividi di freddo... e poi la pila che illumina la casa sventrata, la camera dei miei genitori che sembra una vetrina di un negozio di mobili e un grande cuore gonfiabile ancora appeso alla parete che oscilla al vento della notte...
    Spero che la ricostruzione sia come quella che è stata qui; spero che l'amore di quelle popolazioni per la loro terra sia grande come l'amore che hanno dimostrato i friulani 40 anni fa!

    Un abbraccio
    Francesca

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  8. Hai ragione Francesca qua in Friuli il ricordo è ancora vivo anche dopo 40 anni.....non si può spiegare la paura che resta dentro.....e quando purtroppo il mostro rialza la testa in qualche l'arte della nostra bella patria il dolore ricompare........l augurio che mi sento di fare e' la ricostruzione sia come la nostra! Un forte abbraccio MGrazia

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  9. Un infinito dolore e frustrazione...il cuore è con tutti coloro che ne sono stati colpiti...

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  10. Condivido parola per parola il tuo commento. Io abito a Perugia e ricordo con orrore il terremoto del 1997 e anche questa volta è stata una brutta esperienza. hai ragione tu, non ci sono parole per parlare di questa ennesima tragedia. Un abbraccio
    Emi

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  11. Mi sento terribilmente inutile di fronte a tali tragedie. Vorrei che non ci fossero solo parole, dibattiti e promesse, ma fatti, per non soccombere ogni volta.

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  12. Hai ragione in questi momenti rivivi tutte le tue paure e pensi a quello che hanno privato loro....mi auguravo che più nessuno provasse tali paure seguiti poi da sconforto e perplessità e invece altri stanno provando quello che già si era elaborato e ci si sente più impotenti più fragili.....

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La tua visita mi ha fatto davvero piacere!