domenica 22 novembre 2015

Torno subito. . . o quasi.

Ci sono, ci sono. Sempre meno tempo da dedicare alle cose che mi danno piacere e la testa è piena di pensieri, scadenze, "redde rationem" che non perdonano e mutano necessariamente le abitudini e gli stili di vita della mia famiglia ma bisogna, devo andare avanti, nonostante tutto.
Poi mi impensieriscono, come come da tanti anni a questa parte, i controlli oncologici che effettuo puntualmente.

Leonida di guardia sull'uscio di casa
E tante buone e belle cose sono state fatte in questo mese d'autunno che è volato. Ho potuto ammirare i colori meravigliosi ed ambrati della stagione, tirar fuori i maglioncini leggeri di lana ed indossare le mie nuove comodissime scarpe da casa in lana cotta, godere della compagnia del focolare acceso durante il desco, preparare ottimo brodo di carne,

appendere in bella vista in cucina le trecce di cipolle prese alla fiera di fine ottobre.  Sono bizzarra, lo so ma mi attraggono più di scarpe, vestiti e pentole proposti sui banchetti.















Od anche coccolare le mie ortensie, stupende anche in questo periodo e cogliere ancora qualche bella rosa che il giardino continua a regalare, grazie anche al clima insolitamente mite, così che le metto a seccare e sono fantastiche anche conservate in un vaso di cristallo.



Ma certamente la cosa più faticosa ed altrettanto gratificante, è stata la raccolta delle olive nel nostro giovane uliveto dagli alberelli ancora piccoli, che tuttavia si sono comportati davvero egregiamente, donandoci olive in quantità, circa 6 quintali, che basteranno al fabbisogno di olio per casa e consentendoci di fare due moliture, con una buona resa.

Il primo olio morbido, erbaceo e delicato, il secondo più piccante ed amaro. Entrambi molto buoni per noi ma che volete? Dopo tanta fatica si apprezza tutto, purchessia.


Come dicevo la stanchezza è stata notevole, perchè siamo solo noi di famiglia, con l'ausilio di qualche pietoso amico, a cogliere dai rami a mano, tutte le olive di ogni genere possibile. Gli alberi sono differenti, infatti  nello studio e nell'impostazione dell'impianto abbiamo voluto mirare ad ottenere un olio multivarietale marchigiano e ricordo tutto rigorosamente certificato biologico, portato poi al frantoio e lavorato con procedimenti meccanici, a freddo.



Ciò che però fa dimenticare o comunque allevia lo sgobbo del lavoro gravoso, è lo stare completamente immersi nella Natura (e lo scrivo volutamente con la maiuscola, grata per ciò che ci offre) e godere del silenzio "assordante" per noi abituati al clamore ed alla saturazione per un frastuono gratuito e spesso inutile. Insomma sentire gli uccellini cantare, il frullo del battito d'ali dei fagiani che si levano in coppia dai cespugli, qualche lepre che si beffa della nostra cagnolona adottiva, Bella ma soprattutto i profumi di muschio, di erba, di terra umida che trovo stupefacenti, nel vero senso della parola: questa è la mia droga per uso personale.


Ed allora si soprassiede ai profondi graffi alle braccia, procurati nel cogliere le olive dai rami e dalle foglie pungenti, o al rammarico nel vedere le unghie spezzate e le mani ruvide e scure: altro che gentili dita levigate e delicate, da ricamatrice indefessa!

Però sono riuscita a strappare momenti alla notte per ricamare qualcosa. Ho solo la foto di uno dei lavori che ho realizzato con affetto per una cara amica: lo schema è tratto dal libro di Parolin "Messages personnels", ricamato su lino Graziano 13 fili.



E mi congedo con un bellissimo tramonto colto qui fuori casa. La temperatura è decisamente scesa rispetto ai giorni scorsi, la tramontana punge con insistenza. E' prevista neve a breve e tutto cambia repentinamente ma è anche il momento opportuno perchè ciò avvenga.



A presto, speriamo davvero, eh?
                                               Susanna